RADIO DATE

Autori: Nello Daniele
Genere: Pop
NELLO DANIELE

“E CHE CÈ RESTA”

ESCE VENERDÌ 24 NOVEMBRE IL NUOVO ALBUM

DEL CANTAUTORE NAPOLETANO: UN’OPERA TUTTA ACUSTICA

NEL SEGNO DI UN RITORNO ALLA LINGUA MADRE

CON UN OMAGGIO AL FRATELLO PINO

Il disco esce a 9 anni di distanza dal lavoro precedente: un viaggio introspettivo

nel quale il musicista racconta di quei luoghi e di quei personaggi

che hanno caratterizzato la sua infanzia… con un occhio all’amore

e una rivisitazione di ‘Sud scavame a fossa’

L’artista: “Ho voglia di condividere con la gente le mie emozioni dopo un periodo familiare

e personale non facile, mi sono aggrappato alle mie radici,

a quelle strade che mi hanno fatto diventare uomo”

S’intitola ‘E che cè resta’ (etichetta Playaudio di Azzurra Music – Lungomare, produzione M&P Company) il nuovo album di Nello Daniele, in uscita venerdì 24 novembre su tutte le piattaforme musicali e supporti fisici. Un ritorno atteso 9 anni quello del musicista per un album che contiene 10 brani, scritti dal cantautore napoletano per un progetto esclusivamente acustico, da lui scritto e interpretato, accompagnato dal suono delle sue chitarre (classiche, elettriche e acustiche).

Un’opera che riporta Nello Daniele alle sue origini, dopo aver sperimentato in passato pop, funky e blues. Un riavvicinamento alla lingua madre dopo un periodo familiare e personale non facile: “Ora ho voglia di condividere con la gente le mie emozioni dopo alcuni anni non proprio facili da mandar giù. Diciamo che però in tutto questo tempo non mi sono fermato e ho cercato di perfezionare il suono della chitarra, la scrittura e il canto”.

Un vero viaggio musicale introspettivo, nel quale il musicista si racconta in un album che ha un filo conduttore preciso: il racconto di quei luoghi in cui è cresciuto, in quella Napoli del Centro storico, del Porto. “Mi sono aggrappato alle mie radici, a quelle strade dove sono cresciuto e diventato uomo”.

Ma il disco non poteva che aprirsi con un omaggio al fratello Pino in ‘Suonava da Dio’, in cui parla di quel “ragioniere” che si è trovato “musichiere”. Ci sono i vicoli di Napoli e il mare in ‘Acqua salata’, in ‘E che cè resta’, in ‘Via Atri’ e ‘O capo do rione&rsquo l’amore sotto diverse sfaccettature ne ‘Il tuo mondo’, ‘A verità’ e ‘O vient africano&rsquo una versione più intima di ‘Sud scavame a fossa’ di Pino e un ricordo della grandi tradizione folk di Pomigliano.

“Pur usando solo le mie chitarre senza altri strumenti - racconta Nello - riesco comunque a essere sempre lo stesso, ho ritrovato un suono che avevo dentro e volevo che uscisse a tutti i costi. Ho coltivato amore, nutrendomi dei miei ricordi d’infanzia, della mia terra, dei miei luoghi, della mia famiglia, ma anche delle mie ferite che nel bene e nel male mi hanno portato a un cambiamento radicale più come uomo che come artista”.

L’album è stato registrato al GDS Studio di Napoli e mixato da Lucky Liguor.

 

TRACK BY TRACK

Il disco si apre con ‘Suonava da Dio’: “Un viaggio nei vicoli del Centro Storico dove abbiamo vissuto la maggior parte della nostra infanzia. Io facevo il garzone del bar con altri fratelli, invece Pino si dedicò allo studio prima del basso e poi della chitarra… aveva voglia di imparare e alla fine suonava davvero da Dio”.

Si passa poi ad ‘Acqua salata’: “Il brano contiene alcune riflessioni, tra i pensieri di una madre che aspetta il ritorno dei figli a casa e i sogni infranti di oggi. Non manca un riferimento al popolo napoletano e a chi ha scelto di vivere una vita fuori controllo. La speranza è proprio l’acqua salata che cura le ferite”.

La terza canzone è ‘Il tuo mondo’: “E’ l’unico brano scritto completamente in italiano, dall’inizio alla fine. Di certo è il pezzo più sentimentale dell’intera opera. A volte si va in cerca di un amore per costruire il proprio futuro e la ricerca di una vita con la persona giusta. Può essere un viaggio molto lungo però una volta trovata la direzione giusta, si avrà dalla propria parte l’energia per costruire il proprio mondo”.

Ecco poi ‘E che cè resta’: “Sono fiero della mia terra nativa, nonostante quella negatività portata da gente senza scrupoli. Noi riusciamo sempre a rialzarci e a sdrammatizzare tenendoci il meglio che ci ha dato madre natura e lasciandoci il marcio dietro alla spalle, anche con un semplice e tradizionale caffè. E che ci resta? I ricordi, l’amore dei miei cari che sono in viaggio, ma anche i valori che mi hanno trasmesso i miei amici, i miei concittadini”.

Quinta traccia, ‘A verità’: “A volte dobbiamo spogliarci davanti alla verità che porta tanti benefici, anche se a volte fa male inutile nasconderlo, chi di noi non ha mai detto qualche bugia?”.

Sesto pezzo, ‘O viento africano’: “Il vento africano è quando sei innamorato e senti quel brivido sulla pelle anche se la persona amata è lontana. Ho voluto cantare l’amore di un tempo, quando bastava stringere una fotografia per essere felici, penso per esempio ai soldati sul fronte. Oggi, diciamolo pure, questa tradizione non c’è più perché ci sono gli smartphone. Ho fatto un viaggio nel passato”.

Il settimo brano è ‘Via Atri’: “Da ragazzini passavamo il tempo all’angolo di piazzetta Nilo. Qui aspettavamo l’auto giusta per avere un passaggio per salire sopra al vicolo, perché a piedi era lungo e faticoso. Pur sapendo che stavamo facendo qualcosa di pericoloso, ci aggrappavamo alla macchina, con l’adrenalina che era più forte della nostra razionalità… solo per avere un po’ di vento sul viso”.

L’album prosegue con ‘Sud scavame a fossa’: “Il testo è di Pino, cantava questo brano negli anni ’80. Non è una cover, ho preso alcuni frammenti del brano per me importanti e vi ho suonato sotto. Diciamo che ho quasi recitato questo brano”.

E poi ancora ‘O capo do rione’: “Un flashback della mia infanzia: ricordo la figura di don Aniello, una persona anziana, sempre con cappello, occhiali, doppiopetto, anello al dito, un uomo rispettato che era anche un maestro di piano”.

Il disco si chiude con ‘Pe strade ‘e Pummigliano’: “È un brano dedicato a Salvatore Alfuso, detto Scià Scià e al Collettivo Operaio Nacchere Rosse di Pomigliano, città che ha una grande tradizione di musica popolare legata alla tamurriata e alla tarantella”.

NELLO DANIELE - NOTE BIOGRAFICHE

 

Fratello d'arte, respira musica fin da bambino trasformandola presto nella sua unica vocazione.

 

Isabel Zolli