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Artist First
Brano straniero
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RADIO DATE

Authors: Asaf Avidan
Type: Pop
ASAF AVIDAN
‘LOST HORSE’
IL NUOVO SINGOLO TRATTO DA ‘ANAGNORISIS’,
IL SETTIMO ALBUM PUBBLICATO L’11 SETTEMBRE (ARTIST FIRST)

radio date: 9 ottobre 2020

CON NUMEROSI DISCHI D’ORO E DI PLATINO IN OLTRE 15 PAESI,
HEADLINER NEI PIU’ IMPORTANTI FESTIVAL EUROPEI E TOUR MONDIALI ESAURITI,
L’ARTISTA ISRAELIANO È TORNATO CON ‘ANAGNORISIS’,
IL DISCO CHE SEGNA LA RINASCITA PER L’ARTISTA
DALLA VOCE ANDROGINA E PROFONDA


‘Lost Horse’, anima dell’intero disco, raccoglie l’essenza del concetto di ‘Anagnorisis’,
termine coniato da Aristotele per individuare quel particolare ed improvviso momento
in cui si rivela la propria identità. In seguito alla perdita di una cavalla, spaventata da un lupo che si aggirava nei dintorni della casa di Asaf Avidan nelle Marche,
Asaf, rassegnato, dopo averla cercata per giorni esprime il suo dolore scrivendo il brano, realizzando nello stesso momento che, dietro il sentimento celato
dalla perdita dell’animale, in realtà si nascondevano molte emozioni e sensazioni che necessitavano di venire allo scoperto

guarda la performance dal vivo di Asaf Avidan a Propaganda Live, LA7,
con ‘Lost Horse’ in versione acustica: https://bit.ly/33xTN6j

ascolta la versione di ‘Lost Horse’ feat. MC Solaar, padre francese del rap
con oltre 10 milioni di album venduti in tutto il mondo: https://bit.ly/2F3msXw


“An artist that writes like Leonard Cohen, sings like Robert Plant,
and has the charisma of a cabaret performer” - Jon Pareles, The New York Times
“Billie Holiday, Janis Joplin and Bob Dylan are all in there, but they add up to a wholly original sound,
with songs that are beautifully written and fervently performed” - Bob Boilen, NPR

Anticipato dai singoli ‘Earth Odyssey’, ‘Lost Horse’, ‘Anagnorisis’ (il cui video è stato diretto da Wim Wenders) e dal recente ‘900 Days’, Asaf Avidan pubblica l’11 settembre 2020 ‘Anagnorisis’ il disco della rinascita. Ad accompagnarne la pubblicazione fisica (cd, vinile), la novella scritta appositamente da Johathan Safran Foer, un incontro tra il musicista e lo scrittore frutto di un’amicizia sincera. Dopo l’incontro sul sofà di casa Foer a Brooklyn, nasce il racconto intitolato ‘Asaf e il Lupo’, inserito nel booklet del disco e pubblicato in anteprima su La Lettura de Il Corriere della Sera lo scorso 6 settembre 2020. Partendo dalle cicatrici di Asaf, segno del vano tentativo di addomesticare un giovane lupo, si passa attraverso i graffiti parietali rinvenuti nella Grotta di Lascaux in Francia, risalenti a 17500 anni fa, per giungere al nuovo disco di Asaf Avidan ‘Anagnorisis’. Un percorso tortuoso quanto affascinante.
Dopo quasi dieci anni di tour no stop, Asaf Avidan, alla soglia dei quarant’anni, decide di prendersi ‘at least one year off the road’ per riflettere sulla propria carriera artistica e sulla sua vita personale, per godere di momenti di pace, per assaporare l’arte, per riscoprire sé stesso, per vivere diversamente e, di conseguenza, per comporre musica in un modo nuovo. Dopo aver scoperto una magnifica tenuta nel centro Italia, diventata poi il suo studio di registrazione, circondato da campi, olivi e da tantissimo blu, Asaf Avidan prova a scoprire nuovamente il suo sé.
A tale proposito il cantautore afferma:
“Prima del mio quarantesimo compleanno, mi sono ritrovato a prendermi del tempo lontano dal palco e a scavare nel mio io alla ricerca di nuovi modi per capire e catturare chi sono. Ma più scavavo in profondità, dentro di me, più la situazione era intangibile. Muoversi, mutare... ogni volta che credevo di aver afferrato quel qualcosa e ne scrivevo, questo cambiava già e si trasformava in qualcos'altro. Come artista è stato devastante il non essere in grado di "catturare" alcunché di preciso. Come essere umano, è stato impegnativo ma inebriante. Tutti i sentimenti, le storie e gli archetipi profondi in me erano intrecciati in una nuvola complessa, astratta, in continua evoluzione. Cercare di catturarla sarebbe stata una disfatta ma, indipendentemente dall'impossibilità, ho sentito il bisogno di provare a ritrarre quel paesaggio” Ed è da queste considerazioni, da queste riflessioni, che prende forma ‘Anagnorisis’.
Mentre i precedenti album, tra cui ‘Different Pulses’ o ‘The Reckoning’, sono stati scritti in un paio di settimane, per il nuovo disco il processo creativo è stato altamente influenzato dalla natura e dal silenzio, quasi ne seguisse i ritmi. “I remember learning to cut olive branches to prepare the trees for next year. I was astonished to see how much of the tree had to be cut in order to help it live better. Local farmers showed me that by cutting many of the branches, more air was reaching the inside of the tree, more sun, making it stronger and more resilient to parasites and disease. I tried to do the same with my songs. Cut, trim and remove big parts for the song to use its energy to grow stronger roots and a stronger structure. Take time and let the song grow naturally” afferma Asaf Avidan su ‘Anagnorisis’.
Il titolo del nuovo lavoro si rifà ad una parola coniata da Aristotele per definire quel particolare ed improvviso momento in cui si rivela il proprio carattere, la propria identità, trascendendo dall’ignoranza alla conoscenza. Sarebbe però troppo semplicistico pensare che questa manifestazione del 'nuovo' e più consapevole Avidan, sia esplicita. La rivelazione dell'identità del personaggio - come da titolo del disco - è caleidoscopica. Nell'album ci sono differenti versioni di Asaf: ‘Anagnorisis’ è un disco multidimensionale. La verità è a portata di mano ma è mutevole come lo è la natura.
Ogni brano del nuovo disco sembra riecheggiare con radici profonde che scavano verso l’interno con strutture curate e precise, arricchite da correnti musicali che spaziano dall’hip-hop anni ’90 al pop più attuale, fino alla musica gospel. “I was listening to Thom Yorke, The Fugees, David Bowie, Old school Jazz, even contemporary pop like Billie Eilish or Kanye West. I would take something from each one and mix it all into a schizophrenic jungle of characters, all working from within myself. Somehow this mixture of characters and sounds was able to tell a clearer picture of how I felt… of who I am… more than just one voice ever could.” Tutte le voci contenute in ‘Anagnorisis’ sono di Asaf Avidan, che ha registrato alcune strofe fino a dodici volte per sovrapporre, con differenti tonalità, la stessa voce. Anche tutti gli strumenti nel disco sono stati suonati solamente da Asaf. Mille sfumature che appartengono ad un’unica figura, in grado di spaziare dal falsetto al baritono fino alla sua inconfondibile tonalità vocale androgina.
Il disco è stato registrato in parte nel suo piccolo studio a Tel Aviv, dove Asaf è stato affiancato dal fidato collaboratore Tamir Muskat, già al lavoro su ‘Different Pulses’ e ‘Gold Shadow’, ed in parte, causa lockdown, nella propria casa in Italia, ma questo ha favorito la sua libertà a poter suonare e registrare anche in piena notte, lasciandosi trascinare dal flusso creativo e dal magico silenzio. Il vero ‘Anagnorisis’ per Asaf Avidan, la vera rivelazione, è che la complessità, la molteplicità e la confusione sono parte dell’esistenza umana. Di conseguenza, non c’è mai un solo momento di chiarezza che rappresenti più verità di qualsiasi altro.
A tre anni di distanza dall’ultima apparizione in solo sui palchi italiani con ‘The Study of Falling’, Asaf Avidan è pronto a tornare nel 2021 con una serie di concerti con band, a supporto del nuovo album.

Asaf Avidan in tour con band:
20 febbraio 2021, Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli
21 febbraio 2021, Milano, Magazzini Generali
23 febbraio 2021, Bologna, Teatro Duse
info tour: www.internationalmusic.it

Pop

Laura Beschi